Ogni tanto ci piace parlare di un dato formato specifico, un po’ per deformazione professionale e un po’ per provare a cambiare le carte in tavola. Questa volta tocca al famoso Blu-ray.
Dopo aver sconfitto in battaglia l’HD-DVD, il Blu-ray è diventato compagno fidato di tanti registi e appassionati di cinema (il primo prototipo risale al “lontano” 2004 e dal 2015 supporta anche l’UHD), quando si tratta però di doverne creare uno (non per forza per motivi commerciali) l’anziano DVD si rivela essere ancora un concorrente spietato. Certo, senza troppi giri di parole, creare un DVD ha dei costi sicuramente inferiori ma tra i formati su disco il Blu-ray ha dalla sua la variabile più importante: la qualità. Il DVD è ormai un supporto antico in termini tecnologici (risale ormai al 1995 circa) ed essendo basato sull’MPEG2, codec ormai vetusto, non è più in grado di competere in termini di dettagli e resa cromatica, garantiti invece maggiormente dall’elevato bitrate (la velocità di trasmissione dell’informazione) del Blu-ray e dai codec H.264 e HEVC.
Blu-ray e immagini in alta definizione
Altri motivi per scegliere il Blu-ray rispetto al DVD sono poi sicuramente la risoluzione supportata e il framerate: un DVD è in grado di lavorare (in standard PAL) unicamente con una risoluzione di 720×576 pixel contro l’ormai noto, diffuso (quasi sorpassato) e più grande FullHD, supportato anche dal Blu-ray, che ha una risoluzione di 1920×1080 pixel.
Parlando poi di framerate è importante ricordare che (sempre tenendo come riferimento lo standard PAL) il DVD richiede file sorgenti a 25fps (frame al secondo), questo significa che se la propria opera è stata girata nativamente a 24fps, come vorrebbe lo standard cinematografico, andrà necessariamente adattata a 25fps per la finalizzazione DVD (o televisiva). Nel Blu-ray questo è un problema in meno, essendo più moderno è in grado di supportare diverse frequenze dando la possibilità ai registi e alle produzioni di poter saltare un passaggio di lavorazione e di fornire al pubblico la propria opera per come è stata pensata e girata senza adattamenti intermedi.
Il lato pratico: affidare a uno studio specializzato la creazione di un master Blu-ray non significa poi essere totalmente legati ad esso per poterlo riprodurre i varie copie, come per i vecchi CD o DVD ormai basta un semplice masterizzatore, questa volta per Blu-ray, e il gioco è fatto. Se dovete quindi semplicemente proiettare la vostra opera in pubblico o inviarla alle selezioni dei festival considerate anche il Blu-ray, un formato molto più a prova di futuro e che comunque si è già evoluto nella sua versione 4K UHD di 3840×2160 pixel.