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Proiezione al cinema: Lampada, laser e LED

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Il mondo della proiezione cinematografica vive da qualche anno in una tempesta e sono sempre più in crescita le innovazioni presentate ogni anno dai maggiori operatori del settore, con particolare fermento attorno alla tecnologia di emissione luminosa: dopo anni di dominio da parte della classica lampada si stanno aprendo nuove possibilità grazie al Laser e ai LED.

Il cinema digitale è da sempre in grado di fornire una risposta cromatica e una qualità di immagine di gran lunga maggiori di qualsiasi altro sistema di fruizione audiovisiva, parliamo di miliardi di colori con una profondità di 12bit, alta risoluzione (2K e 4K) e campionamento del colore 4:4:4, non esiste formato di consumo come quello utilizzato nel cinema. Qualità garantita anche dal particolare spazio colore utilizzato nei DCP, l’XYZ.

Negli ultimi anni però la corsa del mercato consumer ha cambiato un po’ le regole; sarà capitato a tutti infatti di accorgersi talvolta di avere l’impressione di godere di una maggiore qualità restando comodamente seduti sul proprio divano rispetto ad essere in sala. A me personalmente è capitato, anche spesso.

Un Blu-ray di ottima fattura riprodotto da un buon televisore può tranquillamente far impallidire una sala mediocre, se non altro di fronte ad un occhio non esperto. Anni fa vedemmo in un cinema di Bologna il famoso Avatar di James Cameron e rimanemmo clamorosamente delusi a causa della proiezione di bassa qualità, solo successivamente riuscimmo a godere della qualità visiva del film grazie all’home video e a un fidato plasma.

In ogni caso, tralasciando le decine (se non centinaia) di variabili che possono influire sulla qualità di fruizione di un audiovisivo al cinema (qualità e usura delle lampade e pulizia dei teli tanto per citarne alcuni), questa differenza di percezione è principalmente dovuta alla tecnologia di proiezione dell’immagine: luce riflessa contro luce emessa.

Siamo abituati a televisori e monitor sempre più grandi, performanti e definiti, basati su tecnologie sempre migliori (ne è passata di acqua sotto i ponti dai tempi del tubo catodico) e addirittura uno smartphone di fascia media è perfettamente in grado di restituire immagini apparentemente cristalline.

Tutti questi dispositivi sono in grado di comporre l’immagine per emissione “diretta” della luce, un pannello a LED ad esempio è composto da migliaia di emettitori di colori rosso,verde e blu che attivandosi e sommandosi tra loro in maniera coordinata sono in grado di restituire un’immagine. Di fatto è proprio questo modo di fruire delle immagini a casa che ha cambiato la percezione delle immagini al cinema.

Nel caso della proiezione infatti, non solo cinematografica, l’immagine viene percepita per luce riflessa; una fonte di luce proietta un fascio di fotoni che colpendo un supporto neutro come il telo della sala restituisce il nostro film preferito.

Non è difficile quindi comprendere quanto sia più complesso produrre immagini cristalline con una tecnologia di questo tipo, dove i fotoni percorrono molta più strada per arrivare ai nostri occhi.

La qualità cinematografica comunque può essere garantita da strumentazione molto più avanzata (e costosa) di quella di cui possiamo disporre a casa e in condizioni di proiezione ideali non potremmo veramente chiedere di più.

Qualità che non potrà che migliorare grazie all’introduzione dei primi sistemi di proiezione a Laser e a LED. Ma quindi di cosa stiamo parlando da un’ora? Facciamo una breve panoramica.

Proiezione DLP

Dall’avvento della proiezione digitale ci si è avvalsi della tecnologia DLP (Digital Light Processing) per la creazione delle immagini. In pratica una fonte luminosa proietta un fascio luminoso su un chip su cui sono montati una serie di piccoli specchi mobili.

L’inclinazione di questi piccoli specchi sarà in grado di produrre varie sfumature di luce grigia dal nero al bianco, luce che diventerà colorata passando attraverso un filtro circolare in continua rotazione di colore rosso, verde e blu per poi venire convogliata sullo schermo grazie a una lente. Nei sistemi di proiezione consumer è presente un solo chip, mentre in quelli per il cinema sono 3 quelli installati, ognuno dedicato a una delle primarie.

Ecco come mai riproducendo un film con un proiettore DLP casalingo spesso notiamo una scia composta da questi 3 colori (provate a muovere gli occhi velocemente); nei sistemi a singolo chip infatti questi vengono riprodotti in successione alternata mentre nel cinema il flusso è continuo. L’effetto si nota maggiormente sui dispositivi più datati.

I sistemi cinema poi, oltre a montare 3 chip DLP, sfruttano fonti luminose più potenti, generalmente lampade basate su Xenon o Mercurio, in grado di produrre immagini ad alto contrasto e intensità. In entrambi i casi, chi più e chi meno, si tratta di materiali molto costosi (700/1000€ a lampada) e complessi da sostituire, in grado di deperire in tempi piuttosto rapidi (1500 ore circa).

Tecnologia LASER

Introdotto solo di recente (parliamo comunque del 2013 circa), il laser promette grandi cose nel campo della proiezione cinematografica, funzionando in maniera completamente differente dai dispositivi basati su DLP.

Una fonte luminosa intensa, precisa, costante che non necessità di grande manutenzione, dotata di una durabilità estremamente più alta e perfettamente capace di supportare una gamma dinamica molto ampia anche superiore a quella dell’attuale standard DCI.

Sony è tra i primi produttori ad essersi lanciato sul mercato e i primi impianti sono già stati installati in diverse sale selezionate in tutto il mondo. A differenza del DLP, il laser produce direttamente fasci concentrati di fotoni per ogni primaria e non necessità di tecnologia come filtri, specchi o prismi per generare le differenze cromatiche.

Applicazione che trova subito consensi soprattutto nell’ambito delle proiezioni in 3D stereoscopico, dove di norma l’immagine risulta più buia a causa della doppia proiezione e per l’uso degli occhialini (tant’è che talvolta le grandi produzioni rilasciano sul mercato copie dello stesso film masterizzate appositamente con maggior luminosità, per contrastare questo effetto).

L’unico neo riguarda forse il controllo termico del sistema di proiezione: l’uso del laser produce infatti molto più calore concentrato e si rende necessario l’ausilio di raffreddamento a liquido della sorgente, tecnica comunque ormai ampiamente sfruttata anche nei più semplici computer da gaming.

Tecnologia LED

Ultimo arrivato e per ora quasi esclusivamente una proposta tecnologica.

Conosciamo tutti i LED, non è da tutti però avere uno schermo cinematografico grande diversi metri e composto da un pannello luminoso invece che da un telo, perché di questo si tratta.

Anche qui diversi produttori si sono cimentati nella presentazione di un nuovo gioiello, Samsung e Sony per primi. Per ottenere un’immagine perfetta e luminosa hanno “semplicemente” pensato di produrre schermi cinematografici a LED, esattamente come un enorme televisore di alto profilo.

Immagine bellissima, contrastata, HDR e così via. Interessante, ma per ora sicuramente poco viabile a causa dei costi di installazione presumibilmente di centinaia di migliaia di euro, per il resto sarebbe sicuramente più vantaggiosa da un punto di vista di gestione, manutenzione e consumi elettrici. Certamente più adatta a grandi venues e parchi divertimento, se non altro per ora.

Non abbiamo avuto la fortuna di assistere a una di queste presentazioni ma saremmo curiosi di capire quanto può scaldare uno schermo del genere. Comunque, sono indubbiamente uno spettacolo per gli occhi.

L’avvento di queste nuove tecnologie, a discapito del più consolidato DLP, non significa ad ogni modo che vi siano sostanziosi cambiamenti imminenti, soprattutto se si pensa a quante sale cinematografiche sono dotate di impianti comunque molto costosi (un impianto di proiezione DCI può tranquillamente costare 150.000€) e magari installati solo di recente.

Non è nemmeno certo poi che una certa innovazione trovi uno sbocco nel mercato, soprattutto velocemente. Il primo film in vera stereoscopia 3D risale agli anni ’50 ma forse pochi ne sono a conoscenza.

La strada è ancora lunga ma si apre la possibilità di scenari davvero molto interessanti e, grazie alla tecnologia laser e led, si potrebbe anche pensare di abbandonare l’ausilio dello spazio colore XYZ/P3 dei prodotti cinematografici in favore del più recente Rec2020 utilizzato in ambito HDR.

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Stefano Venosta

Metalhead & film-maker proudly gaming since 1986, lo stesso anno di Labyrinth, La mosca, La piccola bottega degli orrori e Grosso guaio a Chinatown, tra i tanti. La cosa, Alien e Robocop sono arrivati prima, ma va bene così.

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